Secondo le Nazioni Unite, due miliardi di persone nel mondo non hanno accesso ad acqua potabile sicura. Inoltre, ogni anno, sono quasi un milione e mezzo i morti a causa della carenza di acqua e di servizi igienici.
I cambiamenti climatici che spesso vedono l’alternarsi di improvvise violente precipitazioni e periodi siccitosi sempre più lunghi, inaspriscono la ricerca di fonti d’acqua potabile per poter avere una vita dignitosa al riparo dalla crisi idrica.
In Eritrea, la nostra esperienza è stata messa al servizio di una piccola Associazione veneta che in sinergia con la nostra azienda e attraverso fondi regionali, è riuscita ad installare due pozzi fotovoltaici per un bacino di utenti di più di 3000 persone.
La pompa solare, estrae l’acqua alla profondità di circa 30 metri e la immette in un serbatoio di 30 m3, lontano 1 km dalla sorgente. Ogni giorno quindi, con l’utilizzo di soli 6 moduli fotovoltaici, è garantito l’approvvigionamento di 10-15 metri cubi di acqua potabile. Anche affrontando un dislivello pompa-serbatoio di ben 100 metri.
Un impianto da 1,5 kWp di moduli fotovoltaici e nel complesso molto economico, può fare davvero la differenza tra continuare ad abitare un villaggio semidesertico nel corno d’Africa, a lasciarlo definitivamente. Sappiamo infatti che l’acqua estratta non solo verrà usata per bere, lavarsi e cucinare ma anche per la creazione di orti rurali che in questi villaggi hanno subito iniziato ad essere realizzati. Accesso all’acqua significa dunque anche accesso a cibo fresco e di qualità. Oltre che ovviamente poter abbeverare i piccoli greggi di capre presenti ed altri animali.
Le pompe da 1,4 kW si attivano all’alba appena l’energia solare è sufficiente ad alimentarle e funzionano per tutto il giorno, salvo il riempimento del serbatoio che garantisce una buona riserva nel caso perduri il maltempo per alcuni giorni. Dal serbatoio, per caduta, vengono serviti circa 30 rubinetti a villaggio, per permettere alle famiglie il facile prelievo.
Questi progetti oltre a portare acqua pulita, generano un circolo virtuoso di microeconomia locale con la vendita a prezzo equo dell’acqua ed incamerando risorse per una eventuale manutenzione straordinaria dell’acquedotto.
Le prossime sfide che l’attuale crisi climatica ci porrà di fronte, saranno quelle di acquisire sempre più know-how su questi sistemi. Anche per farci trovare preparati non solo nei paesi cosiddetti emergenti ma anche in Europa.
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